…. cioè all’apprendimento?
E’ la prima reazione alla lettura dei gustosi post di Mario Agati (gustosi per la forma ed il contenuto) nel suo blog dai quali trasuda passione per il suo mestiere (insegnante) e le tecnologie ma trasuda, pure, una forte disillusione per l’uso che di quest’ultime si fa nella scuola e per le motivazioni dei suoi colleghi al loro uso.
Tanto che invita molte sue colleghe a lasciar perdere internet e prendere in mano l’uncinetto.
Mi domando, quando si rimane delusi da qualcosa, non è che siamo stati noi a sopravalutare la stessa? Ad attribuirne un valore improprio?
L’industria informatica (Piattaforme, Learning Object, servizi …) ha certamente molte colpe avendoci dipinto l’ultima tecnologia (quella digitale) come la vera soluzione per tutti i problemi della scuola, da quelli dei costi a quelli della sua qualità.
Ma anche noi, utilizzatori didattici di tecnologie abbiamo le nostre colpe.
Abbiamo pensato che Internet, LMS, e, per i più evoluti, WebQuest, Blog, Wiki, Social Software, Ontologie e Folksonomie, avrebbero risolto i nostri problemi di didattica, di relazione con un allievo sempre più “iperconnesso”, “multi-tasker”, “homo zappiens”…
Abbiamo pensato di bypassare, attraverso le tecnologie, la vera questione con cui si deve confrontare un insegnante: l’apprendimento. Cosa è, come si sviluppa, come si può attivare, favorire, sostenere …..
Nessuna carenza didattica, nessun buco pedagogico può essere colmato con una tecnologia.
Possiamo, anche, usare (come ho visto fare a miei “allievi”-insegnanti) le tecnologie per sopravvivere in una classe impossibile, per tutelare, giustamente, l’integrità psico-fisica, ma il problema della didattica rimane.
Prima di darci la risposta (le tecnologie), poniamoci la domanda (quale problema di didattica voglio affrontare)
Forse, dopo, useremo un po’ di meno le tecnologie ma le useremo bene ed in modo utile.
Ai nostri allievi ed a noi stessi.
La pubblicità dell’ultimo film di Ermanno Olmi dice (pressappoco) “Le religioni non hanno mai salvato l’umanità” continuando più in piccolo, “…. ma hanno aiutato a vivere”.
Mi piacerebbe si potesse dire lo stesso delle tecnologie usate in aula.
Mario, continua a scrivere ed a sollecitare pensieri non conformistici …….
Concordo al 100%.
RispondiEliminaAnche se credo che il blog non sia lo strumento adatto alle discussioni in quanto cristallizza posizioni che in un dibattito live sarebbero più sfumate - o più accese - ma comunque facilmente argomentabili e modificabili a seconda dei feedback (verbali e non) degli interlocutori, ho rivisto il mio intervento alla luce di queste tue sensate osservazioni.
RispondiEliminaIn sintesi (nel mio nuovo posto argomento un po’ meglio…):
quel post aveva solo l’intenzione di ammettere – ma è la scoperta dell’acqua calda! - lo iato talvolta fastidioso fra l’inebriante – e comunque vitale - poesia dei convegni e la prosa della realtà scolastica nostrana.
Non ho nulla contro i convegni (anzi…) né contro gli illuminati cattedratici (anzi…), ma credo sia opportuno ogni tanto cercare di fermarsi per fotografare la realtà effettuale del mondo scolastico senza filtri edulcoranti, né pessimismi di maniera.
Credo infatti che le elaborazioni accademiche più raffinate ed i convegni più dotti debbano dispensare sogni e disegnare fughe, ma debbano anche disseminare negli operatori finali idee e strumenti concreti per migliorare le proprie strategie educative. E questo è possibile solo se riusciamo a vedere la realtà delle cose, e non solo una proiezione più o meno letteraria delle cose stesse.
Se ci interroghiamo veramente su quello che è accaduto degli ultimi 10 anni (e poco più) nella scuola nostrana (nonostante i puntoedu, i gold, i fortic 1, 2, 3, i megaconvegni…) può darsi scopriamo che le nostre scuole sono rimaste il regno dell’istruzionismo, dell’auditorium (io parlo e tu ascolti), della comunicazione unidirezionale (lezioni frontali spesso aggravate da powerpointivite), dei banchini allineati e coperti dentro aule allineate e coperte popolate da alunni (spesso poco allineati e molto coperti) che sempre meno s’interfacciano con vecchi docenti (allineati? Coperti?).
E non è detto che ciò sia necessariamente un male. (Ma se non lo è, diciamocelo chiaramente: così nei prossimi convegni ...)
Sai, i convegni ed i "professoroni" sono convegni e professoroni e come tali servono. Nel senso che possono guidare o ispirare ("informare", direbbero i dotti) la pratica ma non sono la pratica.
RispondiEliminaLa pratica deriva da come ciascuno di noi, che calpesta quotidianamente l'aula, riesce ad operare con il filtro della propria esperienza e della propria riflessione.
Continuo ad essere d'accordo con Kurt Lewin quando disse "nulla è più pratico di una buona teoria".
Una enfasi eccessiva e talvolta in mala fede sul valore didattico delle tecnologie è altro.
Dalla teoria alla pratica, dai convegni e dai professoroni alla quotidianità didattica: la mia sintesi (una delle sintesi) è in www.copernicus-bz-pionieri.it
Dici
RispondiElimina"anche se credo che il blog non sia lo strumento adatto alle discussioni in quanto......>
Ti lancio una proposta: perchè non organizzi un seminario (nel senso vero del termine di "occasione di conversazione tra cultori della materia"), presso la tua scuola, focalizzato sulla questione che stai dibattendo anche nel tuo blog (dalla teoria alla pratica, usi ed abusi, orientamenti e disorientamenti nell'uso didattico delle tecnologie, processo alle tecnologie didattiche ed ai loro aedi ....).
Facciamo un po' di promozione, raccattiamo un po' di bloggers ed altro che vengano a discutere (tutti vengono gratis, ovviamente ...) eccc .....
Che te ne pare?
la tua proposta mi lusinga e mi intriga parecchio. Sarebbe una bella occasione per fare 4 chiacchiere a riflettori spenti (quindi chiacchiere tranquille e veraci) che potrebbero continuare davanti a qualche crescentina, pesto modenese e lambrusco (lo so che voi nordici arricciate il naso davanti al lambrusco, ma...)... la cosa mi affascina, anche se - dato il periodo e qualche problema con la direzione della mia scuola - mi crea pure qualche ansia. Esploro il terreno e ti faccio sapere. Grazie e buona vita.
RispondiEliminaMario, già le divergenze "epistemologiche" emergono. Non è niente vero che noi noi nordici aborriamo il lambrusco sostenendo la superiorità noseologica del prosecco, ... tutt'altro. Sono un accanito ... lamruschista e ne compero parecchio. Se tu metterai lambrusco e cresentina, io metterò prosecco di Fiorello Giotto, erede del mitico Aldo, amico di La Malfa (padre, cioè Ugo) di Col San Martino (TV) e soppressa con l'"anima" del mio norcino di fiducia (Mario Mion, purtroppo veneziano, che per noi trevigiani non è poco riconoscere la mangiabilità di una cosa fatta da un veneziano, anche se di terra ferma).
RispondiEliminaAl di là di queste cose marginali, se ti butti .... non ti mollerò aspettando il giorno dell'evento .....
Bene, è in questo posto la festa...nell'altro Blog è tutto immobile...tutto tace...chissà... se ci fosse un...
RispondiEliminaf.to L'Intruso vegetariano
Sarebbe bello sapere con chi si ha a che fare. Se ti qualificassi in modo meno criptico .... chissà che non si riesca ad intavolare una conversazione .....
RispondiEliminaBuongiorno,
RispondiEliminami chiamo Susy e sono capitata da queste parti per caso. O meglio ero alla ricerca di materiali per un corso che sto frequentando.
Sono un'insegnante della scuola primaria, laureata in inglese e con il desiderio di provare anche l'esperienza in altri ordini di scuola.
Il vostro dibattito mi ha affascinata, e concordo sulla presenza enormemente ingombrante del gap tra teoria e pratica. Nella mia esperienza credo che le difficoltà emergano anche da una "ignoranza" dei mezzi tecnologici a disposizione oggi. Lungi dal voler aprire una polemica, ma anche i corsi Tic non sono certo stati illuminanti ... anzi. Spero davvero di poter assaggiare la soppressa, magari con il fletto, da parte mia (da buona veneziana ...) porterò zaeti come dessert.
Alla prossima e scusate l'intrusione con un intervento non all'altezza e da semi-profana.
Susy
Grande Prof. Susy!!!!
RispondiEliminaSe togliessi la chiusura con le scuse per l'intrusione, l'intervento definito non all'altezza e da semi-profana ..... il tutto andrebbe meglio.
Fa piacere avere idee condivise.
Da qualche parte nei tuoi blog ho visto un accenno alla webquest. Hai seguito la discussione sul tema rimbalzata tra il mio blog e quello di Corrado Petrucco? Tu come la pensi?
Spero di avere altri incontri virtuali sulle tematiche di comune interesse.
Quanto a zaeti ..... speriamo di riuscire a mettere in piedi l'evento