martedì 15 maggio 2007

Contrordine dagli USA: il pc non aiuta a studiare

Nel Corriere della Sera di oggi, pagina 29, viene presentato uno studio fatto negli States dal Dipartimento dell’educazione in cui si evidenzia che:

  • non è rilevabile nessuna differenza significativa tra la qualità dell’apprendimento realizzata da allievi di scuole ben dotate informaticamente ed in quelle meno tecnologiche;
  • l’uso del pc in classe è, molto spesso, causa di distrazione.
  • Meglio ritornare alla vecchie e care carta e penna e faticare per apprendere.

Ho, quasi, l’impressione, che lo studio scopra l’acqua calda essendo ben noto che:

  • le tecnologie non rendono più facile l’apprendimento, ma, se usate opportunamente, lo rendono più “duro” (“hard”, dice Jonassen)
  • le tecnologie non sono dei sostituti di altri tipi di attività di insegnamento e di apprendimento
  • le tecnologie possono avere degli usi impropri, non imputabili alla tecnologia stessa, ma alle scelte e alle non-scelte fatte dagli insegnanti
  • non si può pensare di usare didatticamente le tecnologie operando una semplice sostituzione di un modo di lavorare (leggi: insegnare ed apprendere) che potremo chiamare “analogico” con uno “digitale”
  • l’uso didattico delle tecnologie obbliga a ripensare il ruolo dell’insegnante e le sua pratiche didattiche quotidiane.

La letteratura documenta chiaramente che quando le tecnologie sono usate sulla base delle precedentemente citate “condizioni”, il loro valore aggiunto è bene evidente.

Non mettiamo, per favore, sotto processo l’utilità didattica delle tecnologie, ma:

  • lo sciocco entusiasmo per il potere benefico delle stesse,
  • il loro uso incompetente ed inappropriato,
  • la propaganda che i venditori di tecnologie da sempre fanno (vedi, ad esempio, la questione delle lavagne interattive),
  • la carità pelosa, come ad un recente convegno la ha definita il ministro Fioroni, fatta dall’industria.

I risultati della citata indagine, li leggeri, quindi, come una conferma delle critiche, che da tante parti si levano, sugli usi impropri, inadeguati ed incompetenti delle tecnologie nella scuola.

3 commenti:

  1. Questo si che si chiama ragionare! Bravo, pulito, coinciso ma soprattutto efficace.

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  2. cito: "l’uso didattico delle tecnologie obbliga a ripensare il ruolo dell’insegnante e le sua pratiche didattiche quotidiane."
    Questo mi sembra il punto fondamentale della questione. Se l'insegnante se ne frega i risultati saranno i soliti. Come sempre, la tecnologia deve essere un sostegno non un sostituto.

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  3. Ciao... anch'io, appena ho sbattuto il naso sull'articolo del CdS, ne ho fatto un oggetto di post... ora ci aggiungo il link al tuo commento lucidissimo: come al solito!

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