- Competenza e motivazione ad apprendere: Gli studenti dovrebbero (quindi) terminare la loro carriera scolastica competenti e motivati ad assumersi la responsabilità del proprio apprendimento durante tutta la vita.
- Approcci didattici: Attraverso la ricerca sull'insegnamento i nostri concetti relativi all'insegnamento continuano ad evolvere, ma c'è ancora molto da fare affinché i risultati di tale ricerca vengano trasmessi integralmente ai metodi di insegnamento e all'organizzazione delle scuole.
- Ruolo delle tecnologie: Le tecnologie di informazione e comunicazione, ad esempio, hanno un enorme potenziale di sostegno dell'apprendimento autonomo, della costruzione collaborativa della conoscenza e dello sviluppo delle competenze.
Io vedo la problematica incardinata su tre questioni chiave:
Il problema: allenare le competenze per il Life Long & Wide Learner. Lavorando molto con adulti nei loro percorsi di apprendimento professionale continuo, mi rendo conto che, nonostante l’età matura ed una evidente capacità di iniziativa ed autonomia ed un orientamento all’innovazione in tutti i contesti di vita, relativamente alla formazione, permane un atteggiamento di passività e di conservatorismo. Secondo me il problema sta nell’atteggiamento e nella mancanza di competenze adeguate. Su entrambe le variabili si può e si deve lavorare. La scuola è il luogo ideale per fare questo. Non si può chiedere ad una persona di agire in un certo modo se non ne ha la capacità.
Il modello: autosviluppo. Credo che questa sia la principale competenze per essere un life-long learner e che vada adeguatamente sviluppa nel periodo scolare. Questa era una delle 5 key skills cui abbiamo lavorato nel progetto citato nel post precedente e la avevamo definita come la capacità di governare il proprio sviluppo professionale e personale. Contenuti della competenza erano stati individuati essere:
- monitorare le proprie risorse professionali e personali ed identificare i punti di forza e le carenze;
- identificare gli obiettivi del proprio sviluppo;
- ricercare, valutare, selezionare le opportunità per il proprio sviluppo;
- pianificare ed organizzare il proprio lavoro di autosviluppo;
- realizzare attività/piani di sviluppo professionale e personale;
- valutare gli esiti del piano di autosviluppo.
Una competenza non banale nei contenuti e non semplice da sviluppare, ma estremamente critica
La soluzione: strategie didattiche: sarò banale al limite del noioso ma vedo nel costruttivismo un riferimento teoretico ricco di spunti, anche operativi. Il modello è quello dello scaffolding in cui, attraverso un supporto ed una valutazione che progressivamente diminuiscono, chi apprende sviluppa la capacità di gestire il proprio processo di sviluppo. Alle elementari i bambini saranno sostenuti fortemente dall’insegnante e sarà lo stesso insegnante a valutare la prestazione ed a suggerire i correttivi; ad un certo punto lo studente non avrà più bisogno dell’insegnante, o sarà lui chiedere aiuto e sarà lui a saper diagnosticare i propri bisogni e la propria prestazione. Un semplicissima (a parole) tecnica che abbiamo usato per allenare all’autosviluppo è stata quella di svolgere una piccola parte del programma di informatica attraverso studio auto-organizzato ed auto-diretto presso il Learning Centre della scuola. Come input, il programma da svolgere ed il tempo massimo di completamento e lasciato agli allievi il compito di organizzare gli orari di studio, di prenotare la postazione di lavoro, di chiedere aiuto all’insegnante/tutor presente al LC.
Una impresa, in tutti i sensi. Difficilissima da portare avanti, progressi infinitesimali, supporto a go-go ma con un segno indelebile nell’esperienza degli allievi.
Grazie per l'aggiornamento continuo: questo sì che è un bel modo di usare il blog! Buona vita.
RispondiElimina