Dallo scambio tra Jonassen, van der Meij ed i Learning Consultant del progetto (portale di imminente rilascio) emerge che:
- È vero che gli studenti sono molto coinvolti ed il vantaggio è dato dalla motivazione; lo svantaggio è che sono troppo impegnati nella dimensione “gioco” ma perdono il senso dell’aspetto didattico: gli studenti apprezzano l’esperienza ma apprendono poco (Jonassen)
- E’ difficile disegnare compiti che attivino apprendimento significativo (Jonassen)
- Sono i meccanismi dell’indagine (inquiry) che sostengono l’apprendimento, alla condizione che ci sia qualcosa da indagare (Jonassen)
- Lo sviluppo di giochi didattici è costoso e poco praticabile nella scuola (Jonassen)
- Cosa aggiunge SL all’educazione? E’ alquanto difficile trovare una qualche ragione per cui SL nell’educazione sia un valore aggiunto (Van der Meij – Twente Uniuversity)
- Se vogliamo usare le simulazioni, molto più utile sarebbe usare SimQuest (Jonassen)
- Non ci sono ricerche affidabili – secondo i parametri scientifici - sul senso per l’apprendimento con SL, solo vaghe affermazioni (Pisanu e Bonaiuti)
Le perplessità, quindi, aumentano ma il discorso rimane aperto perchè l'atteggiamento è, comunque, quello dell'esplorazione, con il giusto mix di curiosità, dubbio. Ne è prova la discussione che si sta svolgendo in Orientamenti e Disorientamenti dove si confrontano "entusiastici" e "scettici" alla ricerca di un senso
Intanto grazie per la saggezza con cui rispondi ai miei momenti di debolezza tecnologica (condivido in pieno la tua idea di "leggerezza", ma...) e poi condivido - come sempre - l'idea di avvicinarci a SL con antico equilibrio. Il mezzo è interessante - come lo sono stati tanti altri che dovevano rivoluzionare la didattica - ed allora... annusiamolo, analizziamolo, studiamolo, sperimentiamolo per benino, questa volta, prima di proclamare l'ennesima panacea ai mali dell'italica insipienza in fatto di apprendimento scolastico.
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