Doppiato senza apparenti danni il giorno del mio 57^ compleanno, riprendo le letture in rete e la mia curiosità è attirata dall'articoletto di USA Today sulle performance della scuola statunitense e sui suoi metodi di valutazione "Employers want new way to judge graduates beyond tests, grades".
Basta con i voti ed i test scolastici! E’ questa, infatti, la pressante richiesta che emerge da una indagine condotta negli USA tra i datori di lavoro su cosa essi chiedano al mondo della scuola nel momento in cui “congeda” i propri studenti e li “consegna” al mondo reale, alla società ed al mondo del lavoro. Lo riporta USA Today del 23 gennaio 08 citando una ricerca rilasciata il giorno prima dalla Association of American Colleges and Universities.
Già verso la fine del 2006 una serie di raccomandazioni erano state fatte dal ministro all’educazione affinché fosse possibile capire cosa gli studenti avevano imparato a scuola e fosse possibile comparare gli esiti scolastici delle diverse scuola sulla base criteri che riflettessero le richieste del mondo reale e non quelle della scuola.
Uno di questi criteri è, ad esempio, il miglioramento delle abilità di esercizio del pensiero critico.
L’indagine qui sopra citata è stata condotta tra 301 business leader statunitensi ed il dato che emerge con potenza è che la richiesta che loro fanno alla scuola è di valutare gli studenti non sulla base di quanto hanno imparato dei programmi scolastici ma della loro abilità di applicare quelle cose nei diversi contesti di vita. Mi ritorna qui in mente tutta la tematica della conoscenza inerte, patrimonio, purtroppo dei ricercatori ….
Chiedono che siano abbandonati i voti scolastici ed i test a scelta multipla e che si valutino, ad esempio, i risultati dei periodi di internato o dei progetti di comunità.
Gli intervistati lamentano che molti politici e leader scolastici sono focalizzati sui test e non su cosa sia veramente importante e se gli studenti stanno imparando ciò che a loro servirà quando entreranno nella vita attiva.
Un esempio? Il 63% dei laureati non è preparato per le sfide dell’economia globale.
Una mia riflessione: si è aperto anche a livello di opinione pubblica una tematiche da tempo all’attenzione degli studiosi: l’inadeguatezza dei metodi scolastici usati abitualmente a formare sulla base delle esigenze del mondo reale e la speculare inadeguatezza dei metodi di valutazione del rendimento scolastico. Si potrebbe quasi dire che i metodi di valutazione usati a scuola siano fatti apposta per confermare, nella cultura dell’auto-referenzialità, la bontà dell’insegnamento scolastico in quanto tale e non la sua adeguatezza alle richieste della società.
Ritornerò sulla questione parlando di Authentich Assessment, un approccio alla valutazione che potrebbe fornire qualche idea su come venire a capo del problema evidenziato dall’indagine.
>>mio 57^ compleanno
RispondiEliminaAuguri! :-)
60 utenti raggiunti in Orientamenti e disorientamenti, 57 anni compiuti: ma qui parliamo di numeri grossi, insomma!!
RispondiEliminaAuguroni :-)
Mi accontenteri di 30 utenti e 30 anni .....
RispondiEliminaGrazie a te ed a Giovanna
Le cifre sono davvero ragguardevoli!
RispondiEliminaAuguri!
Per il contenuto:
"La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani"
france
Gianni, avevo scritto un commento con i miei auguri...dov'è finito? Boh!
RispondiEliminaAuguri di nuovo e cento di questi giorni:)