martedì 29 aprile 2008

Didamatica 2008: prime emozioni

Avvio con parata di notabili locali. Preliminari rituali in attesa del vero cibo per la mente (un quotidiano locale titola "Cervelli a Taranto". I nostri?). Nelle numerose prolusioni istituzionali e politiche ritorna di continuo l'idea dei cambiamenti necessari per far fronte al bisogno di apprendimento continuo e di come le tecnologie cambiano il modo di insegnare ed apprendere. Questa distanza tra quello che si dice e quello che si fa mi fa pensare che non ci sia alcun cambiamento reale; anzi vedo un pericoloso riproporsi di modelli scolastici e paradigmi pedagogici e didattici convenzionali tanto da farmi temere che ogni spinta propulsiva al cambiamento fatta balenare dall'avvento delle tecnologie nella scuola sia oramai stata digerita, assimilata, neutralizzata, bloccata. Dopo aver sentito affermare quanto sia avanzata sul piano teorico e tecnologico una iniziativa che sta costando molti soldi al contribuente, quando invece è quanto di più vecchio ci possa essere, mi metto ad aspettare qualcosa di sensato. Dobbiamo aspettare le 13 per ascolare l'intervento di Calvani sulle competenze digitali nella scuola e la loro valutazione. Calvani presenta il progetto DCA, Digital Competence Assessment attraveso il quale si definisce un nuovo concetto di Digital Comptence. Qusto framework mi pare utile anche per organizzare percorsi formativi coerenti. Come "competenza" usa il modello Di Guy Le Boterf e vede la DC come una entità complessa, trasversale, sociale e situata.

Viene citato il progetto Syllabus, cittadinanza digitale dei giovani trentini della fondazione Kessler TN. Le componenti della DC sono l'usare con dimestichezza e spirito critico, consapevolezza, creativitá le applicazioni informatiche. L'evoluzione della competenza è sempre meno sul versante tecnico e più su quello cognitivo. Qui alcune delle prove di valutazione della DC:

Una battuta dell'intervento di Nicola Cavallo, università della Basilicata, l'animatore di MediaShow che si svolge ad 5 anni a Menfi: la scuola è troppo seria per lasciarla ai fanatici delle nuove tecnologie, ai costruttori di HW ed agli sviluppatori di SW ed agli uomini del marketing.....

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