Apre Luciano Galliani, Professore ordinario di Pedagogia Sperimentale presso l’Università di Padova. Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, figura “storica” nella didattica mediale.
Dopo aver parlato della SIREM e delle sfide che ci aspettano (l’università non è preparata all’esplosione delle tecnologie nella e per la didattica; si va verso un sistema educativo aperto, ma questo è estraneo alla pratica accademica, la didattica accademica è, per norma amministrativa, solo frontale e se si parla di “apprendimento incidentale” si crede si stia parlando di un … incidente di percorso), si esprime in modo molto duro sulle università telematiche, inutilmente esplose di numero, affermando che con esse si è avuto un calo della qualità della didattica universitaria (valutazione sentita esprimere anche da altri).
Quattro secondo Galliani le “posture” che i formatori che usano le tecnologie nella didattica dovrebbero assumere:
- essere dei “ricercatori” che abbinano pratica e ricerca
- ascoltare prima che “emettere”
- allestire ed usare ambienti integrati
- essere “analisti”delle proprie attività per avere uno sguardo critico ed innovativo.
E conclude con una battuta di rara efficacia, tanto per ricordarci quanto sia complessa l’interazione didattica con le tecnologie: “non basta un click per aprire una relazione”.
Paula de Waal, animatrice da sempre della comunità italiana di Moodle e promotrice del MoodleMoot 08, descrive la tipicità dell’evento di quest’anno: una occasione per stare assieme, per raccontarci le nostre pratiche e per migliorarle attraverso il lavoro nella comunità. Un evento non organizzato secondo le abituali pratiche “scientifiche” (immagino si riferisse alla valutazione preventiva dei contributi per certificarne, secondo criteri accademici, il “valore”), ma secondo il criterio del miglioramento continuo delle pratiche ottenuto attraverso il confronto. E’ convinzione di Paula, che condivido in toto, che si possa migliorare solo confrontandosi su pratiche anche imperfette tra persone che fanno lo stesso lavoro. In questo senso ritiene superato, perché fallito, il concetto di (presunte) best practice da “trasferire” e dalle quali imparare.
Paul Little della Open University, presentando il loro programma di diffusione open dei materiali didattici Learning Space gestito con Moodle come tutta l’attività della OU, parla di come nel programma Lab Space si stia sviluppando una soluzione Moodle che integra strumenti di messaging, di meeting (flash meeting) audio e video registrabile, mappe mentali, concettuali ed argomentative. Un super-moodle, davvero.
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