venerdì 15 giugno 2007

Eden Conference Napoli (5). Casi alla Open University (draft)

Interessantissima sessione oggi pomeriggio con casi dalla Open University inglese.
Interventi di
Troy Cooper: La “morte della geografia” è stata una esagerazione. Perché gli studenti a distanza inglesi preferiscono la formazione in presenza.Nelle attività in FaD si è registrato un elevato numero di dropout. La preferenza è per quella parte di attività che alla OU fanno in modalità faccia-a-faccia (f2f). Ci sono, evidentemente, delle difficoltà di allineare la FaD con le aspettative degli studenti.

Hanno cercato di comprendere quale ruolo abbiano i tutorial che sono svolti in presenza in un corso, per le altre sezioni, svolto in FaD.

L'analisi è stata compiuta riferendosi alla nozione di Bruner di apprendimento come acquisizione di conoscenza situata in una micro-cultura di prassi.

Secondo questa prospettiva di analisi, pare che in quelle forme di FaD centrate sul ruolo del tutor (come certi corso OU) ci sia disaffezione perché non si considerano i modelli di apprendimento che sono preferiti dagli studenti, più centrati sul dare un senso personale all’oggetto di studio e su forme di collaborazione tra studenti. La conclusione è che certa Fad non funziona sul modello delle Comunità di Pratica per cui il partecipante si “rifugia” nei punti di forza dei tutorial in presenza e li preferisce a qualcosa che non c’è.

Mary Thrope: L’uso delle tecnologie: come il contesto e le modalità di progettazione guidano l’impatto delle tecnologie.

Non è stato rilevato alcun tra l’uso delle tecnologie e l’apprendimento che si sviluppa. Quest’ultimo è, piuttosto, funzione del contesto e delle modalità di progettazione delle attività didattiche.

Il caso del Networked Learning in cui vengono combinate relazioni interpersonali e contenuto presenta ottime le opportunità per sostenere l’apprendimento ma, nella pratica, sono difficili da ottenere. Non si riesce ad andare oltre un superficiale scambio di esperienza, si nota una scarsa capacità di argomentazione, una debole capacità di analizzare i problemi.

Per contro, è stato visto che l’assegnazione di compiti e di ruoli facilita l’interazione, anche in assenza di conoscenza degli altri colleghi di corso.

La chiave di volta è stata trovata, alla OU, nella focalizzaazione dei corso a distanza su “attività” di apprendimento che siano ben progettate e ben gestite.

Si da, così, importanza allo studio di materiali cui segue un dibattito, non mera discussione. Il tutto correlato ad un compito da eseguire. Nell’ottenimento del risultato finale, la qualità dell’interazione è più importante dell’abilità del tutor.


Grainne Conole: Catturare la pratica e sostenere la progettazione
Questo intervento sviluppa, da diversa prospettiva, l’approccio per “attività di apprendimento” e fornisce alcune indicazioni su come progettare attività di apprendimento che facciano un uso efficace degli strumenti disponibili e siano basate su buone basi pedagogiche. La relatrice evidenzia come sia necessario uno spostamento del focus, di chi usa le tecnologie a scopo didattico, dai contenuti alle attività. Un intenso lavoro di ricerca ha portato a sviluppare una metodologia ed uno strumento (Compendium) per lo sviluppo di attività di apprendimento.

Anne Gaskell: sviluppo professionale per i tutor part-time.

Ognumo di questi merita una attenta relazione. La faccio con calma e la posto. Questo post "in diretta" per dire che cose interessanti si sento no anche qui. Nonostante il mio post lievemente depressivo di questa mattina .........

2 commenti:

  1. "nella focalizzaazione dei corso a distanza su “attività” di apprendimento che siano ben progettate e ben gestite."

    cosa dicono al riguardo?

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  2. Il modello che propone è quello "compendium". Vedi link
    Indicano anche alcuni tools, come
    • DialogPlus
    • Phoebe
    • JICS Pedagogic Planner
    • LAMS
    Da quel che ho capito, per loro "attività di apprendimento" è semplicemente il far fare, costruire, qualcosa allo studente

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