Secondo Quagliata, e come non dargli ragione?, NON è e-learning tutto ciò che avviene attraverso le malefiche (questo lo dico io) “piattaforme” che si limitano ad organizzare e ad erogare contenuti.
Questo, semmai, prosegue Quagliata è e-teaching !!!!
Questa espressione mi piace proprio e fa, finalmente, chiarezza su cosa sia learning e cosa sia teaching, su cosa faccia la differenza tra l’insegnare e l’apprendere, sulla non sempre realizzata connessione tra l’insegnamento e l’apprendimento.
Ricordo una vecchia striscia dei Peanuts in cui Charlie Brown diceva al suo amichetto Linus di aver insegnato a fischiare al propro cane Snoopy. Al che Linus sollecita il cagnetto a fischiare e vedendo che non lo fa, si rivolge stupito all’amico. Al che Charlie Brown esclama: ho detto che ho insegnato a fischiare, non ho detto che Snoopy ha imparato a fischiare….
Meditiamo gente, meditiamo …..
Comunque, per capire cosa sia il “vero” e-learning, leggiamo alcuni passaggi dell’intervista.
“…perché gli ambienti del vero e-learning sono necessari quando si vogliono valorizzare le differenti forme di intelligenza di chi apprende e le specifiche caratteristiche che connotano i diversi contesti operativi, quindi in tutte le situazioni di apprendimento che si realizzano nelle organizzazioni del lavoro, nelle quali si vuole potenziare la relazione virtuosa tra ambito cognitivo e ambito affettivo-relazionale.”
E più avanti:
“ …i percorsi formativi del “vero” e-learning valorizzano l’assunzione di responsabilità del soggetto che apprende, l’importanza della costruzione progressiva e condivisa degli elementi costitutivi del sapere, la fruizione di una pluralità di ambienti operativi (forum, wiki, chat, file di gruppo) che interagiscono tra loro e consentono agli utenti di collaborare per l’elaborazione di interpretazioni condivise e di nuovi elementi di conoscenza: il vero e-learning favorisce l’apprendimento significativo e sollecita l’interpretazione delle organizzazioni del lavoro come comunità di apprendimento. L’esperienza della formazione on-line, inoltre, apre spazi alla creatività, perché permette a ognuno di esprimersi al di fuori delle regole e delle logiche di contesto quotidiane, in un ambiente libero dai tradizionali vincoli spazio-temporali in cui è possibile sperimentarsi, sostenuti dalla dimensione del piacere nell’apprendere e dall’emozione dell’esperienza; creatività, dunque, nell’inventare, nel proporre collegamenti originali tra risorse apparentemente distanti, nel rintracciare linee di senso non evidenti, nello sperimentare una dimensione “autoriale” raramente agita nell’attività lavorativa quotidiana, nell’essere promotori e fautori di una proposta”.
Tutto chiaro, dunque?
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