lunedì 7 luglio 2008

L’e-book non è innovazione (per la scuola)


Due news apparse nell’ultimo numero di Sophia hanno suscitato la mia “curiosità” già sufficiente irritata dall’afa di questi giorni.

Oggetto? Gli e-book (sostituti dei compianti LO?). La prima news titola: “E-book in classe: innovazione o falsa partenza”; la seconda: “Oltre l’e-book, un mercato in continua crescita”.

Nella prima si da notizia di un accordo tra il Ministero e l’AIE (l’associazione delle case editrici) per la promozione degli e-book e per il contenimento dei costi dei libri di testo, accordo che anche secondo gli estensori della notizia è un mezzo passo falso …

Nella seconda si recensisce un convegno AIE sull’impatto della tecnologie nel business delle case editrici, ivi compreso quello della scuola.

Ciò che accomuna queste due notizie è la connotazione di “innovazione” associata all’e-book.

Ma di quale innovazione si tratta?

Converrebbe fare un po’ di chiarezza a scanso di equivoci e di “spaccio” irresponsabile di innovazione.

Che la nostra scuola abbia bisogno di “innovazione” non c’è dubbio. La scuola ha urgente e disperato bisogno di innovazione di pensiero didattico, di innovazione delle metodologie didattiche, di innovazione nell’organizzazione del tempo e degli spazi della scuola.

La scuola non ha bisogno, per migliorare le proprie prestazioni e per rispondere alle richieste della società contemporanea di computer, di lavagne interattive, di e-book.

A leggere i giornali ed a vedere le decisioni dei nostri politici (notoriamente aquile nel guardare lontano) parrebbe, invece, che basta inondare le scuole di macchine e di contenuti digitalizzati e l’innovazione è presto fatta.

Mi rendo conto che spendere centinaia di milioni per mettere nelle scuole migliaia di computer e di LIM dia nella pubblica opinione una percezione di concretezza e di “cose fatte” ben più potente dell’aver formato qualche migliaio di insegnanti e che questa visibilità, questa “concretezza” faccia bene ai politici.

Ma non fa bene alla scuola.

La scuola, per innovarsi, non ha bisogno di e-book, come non aveva bisogno di Learning Object, come non avrà bisogno di “contenuti digitali”

1 commento:

  1. Gianni,
    come sempre cogli nel segno.
    condivido condivido!
    e tu fai bene a "martellare"....
    Io continuo a dire: formazione! Obbligatoria! Con accurata scelta di corsi e formatori. Che spesso hanno deluso aspettative.
    ciao,
    g

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