mercoledì 5 settembre 2007

Fate fare a Cesare quel che sa fare Cesare

Rileggo e condivido alcuni appunti presi tempo fa eggendo il libro di Jonassen Learning with technology, a proposito dell'uso appropriato delle tecnologie e delle persone. La sua conclusione è: fate fare tanto alle tecnologie quanto alle persone quello che ciascuno di esse sa fare meglio.

Jonassen afferma che l'uso prevalente delle tecnologie è inappropriato perché si fanno fare attività “non adatte” tanto alle tecnologie che alle persone. Nessuna delle due fa ciò che sa fare meglio. Quandosi chiede alle tecnologie di “insegnare” significa chiedere loro di

  • presentare informazioni
  • giudicare le risposte
  • diagnosticare i livelli di comprensione sviluppati dagli studenti

Tutte queste attività possono essere fatte meglio da qualsiasi buon insegnante.

Agli studenti che ricevono l’insegnamento da parte delle tecnologie è, per contro, richiesto di memorizzare e richiamare le informazioni. Queste attività sono fatte meglio dai computer.

Meglio, quindi, sarebbe, se ai computer venisse richiesto di

  • memorizzare
  • richiamare informazioni

ed alle persone di

  • concettualizzare
  • organizzare
  • risolvere problemi.
Cose scritte anni fa ma sempre, drammaticamente, attuali.

PS: con Jonassen un paio di anni fa sul passo Sella, nella neve, ad inizio ottobre. E' stato durante quella escursione che ho raccolto quanto scritto in "Conversazione con David Jonassen"

7 commenti:

  1. Grazie Gianni per l'intervista! Un'ottima lettura per le prossime sere... ;)

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  2. Grazie: una sintesi quasi commovente che sfrutterò abbondantemente (citandoti, ovviamente!) - Buona vita.

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  3. Per quale motivo si chiede alle persone di essere delle macchine ed a queste ultime di essere persone?

    I misteri dell'educazione.
    E non solo...

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  4. Perchè, domandi, Christina. Secondo me, perchè chi usa le tecnologie nell'educazione ha una vaga (eufemismo) idea di cosa significhi apprendere e di cosa significhi educare e formare. Questo vale per tanti informatici prestati (senza che nessuno li chiamasse) alla scuola e tanti insegnanti capitati senza aadeguata competenza nella scuola.
    Ovviamente, lo ho già detto, non vale per parecchi informatici che si sono presi la briga di capirne, anche, di un po' di pedagogia e di didattica e di molti insegnanti che sanno insegnare.

    PS: l'altro ieri in un corso di formazione formatori, una insegnante, forse irritata per aver dovuto frequentare, lei economista e matematica, un corsi metdologico dice più o meno testualmente: "perchè insistono a farci corsi di pedagogia e didattica? Non sanno che siamo economisti e matematici?"

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  5. scaricato lo splendido PDF.
    Come mi ci ritrovo...
    Sperimentato: l'alunno, da solo con l'oggetto didattico più perfetto, non mette in moto il "pensiero". Ho sempre ritenuto le tecnologie un ottimo supporto integrativo.
    grazie!

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  6. gli strumenti sono strumenti. Ovvio ma non sempre. A volte anche perchè è più comodo mettere al centro lo strumento e non il perchè ed il per cosa lo si usa.
    Non riesco a risalire al url del tuo blog. Me lo mandi? Grazie

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  7. ? ?
    strano...
    ma, posso scrivere qui per esteso?
    boh, che faccio.....
    bèh, vabbèh:
    http://matematicamedie.blogspot.com
    ciao! :-)
    g.

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