venerdì 24 agosto 2007

Le scuole per il 21^ secolo. Tematiaca 8, aiutare le comunità scolastiche ad evolvere

Detto quello che avevo da dire sul nostro bello e variegato mondo di blogger, termino le mie riflessioni sulle famose10 domande della Commissione Europea sul Le scuole per il 21^ Secolo. Dopo aver scritto in generale sul documento, sul tema delle competenze cruciali per tutti, su preparare gli europei all’apprendimento permanente e su gli insegnanti protagonisti del cambiamento, completo ora la riflessione- risposta con un commento all'ottava domanda.

Affascinante prospettiva quella enunciata attraverso l’ottava tematica: la scuola come risorsa educativa per la comunità in cui si trova.


Tre i concetti sottesi:

  • la scuola come risorsa
  • il ruolo educativo della scuola
  • il suo avere una ragione d’essere all’interno di una comunità

Il documento della Commissione evidenzia come molti sistemi educativi sono fondati sugli "school leaders" (o gruppi di leader), che possono:

  • stabilire il ritmo e la direzione del cambiamento,
  • agevolare la comunicazione aperta,
  • promuovere il pensiero creativo,
  • motivare il personale e gli allievi verso livelli di risultati più elevati, e
  • fornire un esempio concreto dell'apprendimento permanente.

Viene, inoltre, evidenziato come l'ampio utilizzo dei locali scolastici per attività extrascolastiche o come risorsa educativa per l'intera comunità (ad es. come centri locali di apprendimento) può contribuire a promuovere le possibilità di apprendimento permanente.

Eccellenti principi, ma con il mio abituale disincanto (purtroppo mi viene difficile sognare, almeno su questi temi) ed il solito pragmatismo mi domando: dove troviamo capi scolastici che promuovono il pensiero creativo, che motivano personale ed allievi verso risultati più elevati, che vedono la propria scuola come una risorsa per la comunità locale?

In un post precedente parlavo della scuola avviluppata in una forte depressione (nel senso psicodinamico del termine), priva di energia per il cambiamento e ripiegata nell’ordinaria amministrazione gestita, anche con serietà ed impegno. Ma con poco entusiasmo. Questa era, ed è, il vissuto che avevo percepito prevalente in numerosi colloqui con capi di istituto e docenti.

Ciò nonostante credo ci sono numerosi insegnanti e capi di istituto (Mauro, ad esempio, direttore di una scuola professionale) che, per una sorta di “molla” personale che hanno dentro, questa tensione alla crescita ed al superamento della rassegnazione la dimostrano tutti i giorni, ed i risultati si vedono. Ma quanto può durare la batteria che queste persone hanno dentro? Ho visto tanti entusiasmi spegnersi all’esaurirsi della batteria interna non trovando, a sostituirla, una ri-carica istituzionale.

Spiace dirlo, e sarò banale, ma il buon esempio deve venire dall’alto. E non viene. Tutt’al più ognuno fa il proprio dovere, che significa ordinaria amministrazione. Sono, davvero, così grandi i problemi della scuola? O sono tanto piccoli quelli che hanno le leve del potere?

Concludendo, la domanda n. 8 della Commissione: Come possono le comunità scolastiche ricevere la guida e la motivazione necessarie per avere successo? Come possono acquisire la facoltà di evolvere per poter affrontare i cambiamenti a livello delle esigenze e delle domande?

La mia risposta: con iniezioni di energia e di entusiasmo. Forse, si trovano più facilmente i soldi. Allora, dateceli .....

PS: ricordo una visita fatta una quindicina di anni fa ad una rete di scuole professionali in Belgio (adesso IFAPME, Istituto Vallone per la formazione continua delle classi medie). Centri ben organizzati che erano diventati dei punti di riferimento per la formazione e lo sviluppo piccola imprenditoria locale. Una persona entra per il corso di apprendista, continua con varie occasioni di formazione tecnica permanente, al momento dell'apertura di una propria piccola azienda frequenta corsi imprenditoriali e può trovare una vasta tipologia di servizi. Mica male come modello!!!

3 commenti:

  1. Fra pochi giorni, dopo 16 anni di insegnamento, inizierò a lavorare come vicario nella mia scuola.
    Ho accettato questo incarico per due motivi: la stima incondizionata nei confronti di chi me lo ha proposto e la convinzione che nessun cambiamento può essere significativo e duraturo senza una precisa volontà e un costante impegno da parte di chi governa l'istituzione scolastica.
    Non sarà facile, ma ci proveremo.

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  2. Tanti auguri per la tua nuova avventura. Che sia dura, non lo dubito ma, da quel poco che capisco dai tuoi scritti, con la carica che hai, non dubito che ce tu la possa fare. vai e raccontaci nel tuo blog la tua via crucis

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  3. Buona idea il racconto nel blog. Sarà un raffinato esercizio di stile... ;-)

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